PARROCCHIA San Paolo della Croce |
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Manduria | ||
San
Paolo della Croce, fondatore dei Passionisti, fu uno di quei grandi
uomini, potenti in opere e parole che, nel secolo dell'enciclopedismo
e della rivoluzione, Dio inviò alla sua Chiesa, perché
con la virtù e la santità servissero di argine al vìzio
e con la predicazione assidua del Vangelo richiamassero le anime dei
traviati alla divina scuola delle verità rivelate. Per oltre quarantanni egli percorse ogni regione d'Italia, e con la luce della parola e degli esempi, sostenuta e corroborata dalla forza dei prodigi, convertì innumerevoli peccatori, ridusse gli erranti alla fede, e fu guida e sostegno alle anime chiamate a servire Dio nella più alta e più perfetta via dei consigli evangelici. Con ragione perciò la Chiesa, in un'antifona, lo saluta come cacciatore di anime, araldo del Vangelo e lucerna risplendente: animarum venator, Evangelii praeco et lucerna fulgeiis. |
"L'amore
lascia parlar poco e si esprime più col silenzio. Una parola d'amore basta." uSan Paolo della Croce |
B
I O G R A F I A |
Paolo
Danei nasce ad Ovada (Alessandria), secondo di sedici figli, all’alba
del 3 gennaio 1694 da Luca e Annamaria Massari. Alla sua nascita una
luce misteriosa invade la stanza, sicuro presagio di qualcosa di grande
e di bello. Ancora bambino apprende dalla mamma l’amore verso
il Crocifisso che caratterizzerà tutta la sua vita. Sui vent’anni
avviene quella che lui chiama “conversione”: resta come
folgorato da “un discorso familiare” di un sacerdote. Fa
la confessione generale e decide di impegnarsi al completo servizio
di Dio anche se ancora non sa come. |
Un angelo detta a Paolo le Regole della futura Congregazione |
Nel 1720
una visione lo orienta più chiaramente. Rapito in spirito si
vede “vestito di nero sino a terra”. La Madonna più
volte gli indica la strada e gli mostra anche l’abito della nuova
congregazione che avrà nellapassione di Gesù la ragione
del suo esistere. Il 22 novembre dello stesso anno monsignor Francesco
Arborio Gattinara vescovo di Alessandria lo riveste di una tunica nera
da eremita.Paolo si ritira in una stanzetta attigua
alla chiesa di San Carlo a Castellazzo Bormida (Alessandria). Vi resta
chiuso dal 23 novembre 1720 al primo gennaio 1721. Di questi quaranta
giorni rimane il diario spirituale, scritto per ordine del vescovo.
E’ una testimonianza preziosa della sua straordinaria esperienza
interiore. Nel suo spirito si alternano slanci mistici e fortissime
aridità. Dal 2 al 7 dicembre scrive “come infusa nello
spirito” anche la regola del nuovo istituto che per ora chiama
“I poveri di Gesù”. L’agosto successivo parte per Roma con la speranza di essere ricevuto dal papa cui intende chiedere l’approvazione del nuovo istituto. Da una guardia viene respinto come uno dei tanti avventurieri. Paolo, amareggiato, si reca a pregare nella chiesa di Santa Maria Maggiore dove rinnova l’impegno di fondare la congregazione ed emette il voto di dedicarsi a risvegliare nel cuore dei fedeli la “memoria della passione di Gesù”. |
Argentario - Ritiro della Presentazione primo convento passionista |
Tornando
a casa si ferma brevemente sul Monte Argentario (Grosseto): vi
tornerà presto con il fratello Giovanni Battista vestito da eremita
anche lui e fin dall’infanziasuo inseparabile compagno di penitenza,
di contemplazione e di ideali. Il 21 maggio 1725 il papa Benedetto XIII
gli concede a voce il permesso di radunare compagni consacrati alla
stessa missione. Per oltre un anno si ferma a Roma presso l’ospedale
di San Gallicano; insieme al fratello si dedica all’assistenza
degli ammalati anche se l’istituto coltivato nel cuore ha ben
altre finalità. Con Giovanni Battista viene ordinato sacerdote
in San Pietro dal papa Benedetto XIII.Nel 1728 i due fratelli tornano
all’Argentario. Si fermano nel romitorio di Sant’Antonio
vivendo in povertà e penitenza, solitudine e preghiera: le caratteristiche
della congregazione che sta nascendo. Esercitano un intenso apostolato
nella Maremma toscana dove abbondano malaria e fame e dove vegetano
preti senza vocazione. Il 14 settembre 1737 sul monte Argentario inaugura
la prima casa religiosa dedicata alla Presentazione di Maria al tempio.
L’ ha disegnata lui con il suo bastoncello. Quando era ancora
a Castellazzo la Madonna gli aveva detto: “Paolo, vieni all’Argentario
dove sono sola”. Nel 1741, il 15 maggio, arriva l’approvazione delle Regole da parte del papa Benedetto XIV che commenta stupito: “Questa congregazione doveva nascere per prima ed invece arriva solo ora”. L’11 giugno 1741 insieme a cinque compagni emette la professione religiosa: sulla tonaca nera indossata dai religiosi compare per la prima volta il tipico stemma passionista. In questa circostanza Paolo aggiunge al suo nome l’appellativo “della Croce”. |
Vaticano - Basilica di San Pietro Statua di S. Paolo della Croce |
Nel
1773 apre a Roma quella casa religiosa che sarà la sede centrale
della Congregazione.
E’
ancora un dono di Clemente XIV che i Passionisti, a cominciare dal loro
fondatore, ricorderanno sempre come protettore premuroso e benefattore
incomparabile. Si tratta della basilica e del convento dei Santi Giovanni
e Paolo, a fianco del Colosseo.Paolo vi si trasferisce con una numerosa comunità. Qui trascorre il resto della sua vita ormai al tramonto. Vi muore “con faccia di paradiso”, il pomeriggio del 18 ottobre 1775 circondato dai suoi figli ai quali ha precedentemente dettato il testamento spirituale: amare la chiesa, vivere nella preghiera, nella solitudine e nella povertà; contemplare il Crocifisso; predicare a tutti la passione di Gesù. Pio IX lo proclamerà santo nel 1857. Nel
secolo dell’Illuminismo e dei miscredenti, Paolo è uomo
di Dio tra gli uomini della ragione. Discernendo con molta perspicacia
i mali del tempo, da lui chiamato “lacrimoso e calamitoso”,
ne scopre e ne indica il rimedio più efficace nella passione
di Gesù. Si consuma per piantare la croce di Cristo nel cuore
dei fratelli. |
Percorre
l’Italia dal Piemonte alle Puglie per comunicare a tutti l’incontenibile
amore al Crocifisso che gli brucia dentro. Predica oltre 250 missioni
(compresi corsi di esercizi spirituali a clero e monache), accompagnate
spesso da miracoli e sempre da immensi frutti spirituali. |
Non
sceglie di sua iniziativa pulpiti di prestigio anche se vi è
spesso chiamato. Preferisce la povera gente dimenticata ed abbandonata
da tutti. La
predicazione lo mette in contatto con anime che restano affascinate
da lui, e che a lui si affidano per meglio rispondere ai richiami
della grazia. Anche se esigente, infonde coraggio, fiducia e sicurezza.
Insegna a morire a se stessi per rinascere continuamente a vita nuova
in Cristo crocifisso e risorto. |
Alla
sua congregazione “drappello radunato sotto la croce” Paolo
affida la missione di risvegliare nel cuore dell’uomo la “grata
memoria” della passione di Gesù, “l’opera più
stupenda del divino amore... il miracolo dei miracoli di Dio”.
Ai suoi figli lascia il compito di camminare vicino ai crocifissi di
ogni tempo e di ogni luogo condividendone angosce e speranze.
Quello che i Passionisti, presenti in oltre 50 nazioni, vivono ogni giorno sull’esempio e con il dinamismo di Paolo loro Padre e Fondatore. E non solo i Passionisti. Il movimento suscitato da Paolo si è via via allargato. Alcuni istituti di vita consacrata, molti laici impegnati sono stati contagiati da lui. Si richiamano alla sua ricca spiritualità e lo amano con un tenero amore di figli. |
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